La prima cosa che ho raccontato a G. di questa casa è che dalle finestre si vede il Duomo.
No, non è vero, è stata la seconda. La prima era che fosse grande. E, in effetti, per gli standard abitativi di una persona sola – o di una coppia – a Milano, questa casa lo era.
“Casa mia è grande, e dalle finestre si vede il Duomo”. Se ci penso ora, mi chiedo cosa si sarà immaginato lui dopo quell’affermazione, fatta all’una di notte a un tavolino della Belle Aurore. Non gliel’ho mai chiesto.
Ma la prima volta che è venuto qui, la prima cosa che ha fatto è stata guardare fuori dalle finestre per verificare la mia affermazione, trovandosi davanti, tra la torre velasca e qualche palazzo più alto del mio, l’illuminazione notturna a indorare le guglie e la Madonnina. Non so se avesse veramente trovato la casa grande – anche questo non gli ho mai chiesto – ma il Duomo c’era.
Quella vista, insieme a un pianoforte lasciato in un angolo del soggiorno in una casa completamente vuota, è uno dei motivi per cui ho voluto questo appartamento. E mentre il piano è stato tolto dai padroni di casa prima del mio arrivo, le guglie illuminate sono state sempre lì. Ogni volta che ho avuto bisogno di tirare un respiro, di asciugare le lacrime, o di spalancare gli occhi felici sul mondo, sono andata sul terrazzino della cucina a guardare davanti a me; ogni volta che ho voluto provare meraviglia ho fatto due piani di scale per raggiungere il ballatoio dei solai, da cui ho visto la città salire con i nuovi grattacieli (ne ho scritto qui), e poi sempre quella luce dorata.
Ho imparato che durante la settimana si accende solo la guglia più alta, e che nei giorni di festa, invece, si riescono a scorgere anche i colori delle vetrate retroilluminate. Che la nebbia e la pioggia lo ingoiano, e rivedere quella luce significa avere davanti una giornata di sole.
Ma in questi giorni il Duomo è spento. Fuori dalle mie finestre è buio; dalla bruma non c’è scintillio da scorgere. E per chi crede nei segni del destino, come me, il segnale è chiaro e inequivocabile.
Questa è
3G - Una vita lenta e obsoleta
, la newsletter di Guia Cortassa. Se ti piace, con i bottoni qui sotto puoi commentare e condividere. Se invece vuoi dirmi qualcosa, rispondi all’email. Alla prossima!