Consumare prodotti culturali è quello che faccio nella mia vita, tutti i giorni, svariate ore al giorno. Parlarne e condividerli una delle mie cose preferite. Questo è Almanac, il nuovo verticale di 3G, nato e voluto perché tutto questo tempo passato in compagnia di opere altrui smetta di essere un soliloquio. Qualche volta sarà organizzato per temi, altre solo un insieme disomogeneo di cose che, secondo me, vale la pena far conoscere.
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The Waiting Place
Uno dei primi libri che ho comprato a g., molto prima che potesse iniziare a capire e elaborare una storia, è stato Oh, the Places You’ll Go!, di Dr. Seuss, l’ultimo pubblicato prima che morisse nel 1991. Non mi ricordo esattamente come l’ho scelto – eravamo in lockdown, quindi forse dalle immagini di anteprima – ma è diventato subito uno dei m̷i̷e̷i̷ nostri preferiti: quelle illustrazioni! E la musicalità dei versi! E il senso della storia! Non ci è voluto molto perché Theodor Seuss Geisel entrasse nell’empireo degli autori di cui invidio e ammiro di più il talento con le parole.
Oh, the Places You’ll Go! è il regalo di un autore geniale arrivato al termine della sua vita a coloro che la stanno iniziando e non hanno idea di cosa ci sia davanti a loro. Ognuno è l’eroe del suo viaggio: si vola alto, ma si può cadere; ci si sente padroni del mondo, ma basta poco per ritrovarsi confusi e impantanati – in ogni caso, tutto ciò che ci accade serve a renderci sempre più capaci di smuovere le montagne.
Ed è tra le pagine di questo libro che riesco a trovare la descrizione più calzante del posto in cui mi trovo in questo momento: “the most useless place: the waiting place”
Attendo. Aspetto che qualcuno risponda alle mie proposte, che mi vengano dati degli appuntamenti, che tutto ciò che tento di rimettere in moto trovi finalmente il suo momento. The most useless place. Lo so.
La soluzione di Dr. Seuss per muoversi da questa immobilità si potrebbe riassumere in “aiutati, che il ciel t’aiuta” – ma sono sicura che Dr. Seuss non parlava a una partita IVA del mondo culturale nel 2022.
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Una cosa da provare
Una cosa che mi sono regalata qualche mese fa, ma che ho tenuto per l’inizio di questo nuovo anno, nel tentativo di riuscire a mantenere in movimento i pensieri è uno dei quaderni di The Moon Lists.
È partito tutto dal loro account Instagram, e poi dalla newsletter – che, graficamente e come contenuti, è la cosa più bella, specialmente per una Millennial come me. È piena di spunti e di idee, corredata da foto di opere d’arte contemporanea o rubate tra le pagine di libri meravigliosi.
Io ho preso il digital workbook #1 per il semplice motivo che, quando l’ho ordinato, non spedivano al di fuori degli Stati Uniti. Ma al sopra di ogni sospetto, anche doverlo costruire e assemblare da sola è stato un esercizio di pensiero laterale interessante.
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Una cosa da leggere
Nei momenti di attesa la mia mente si rimette in moto. Anche se dopo, immancabilmente, si scontra col vuoto, le idee che da anni sono lì dentro tornano a vorticare. Una di queste riguarda il più bel libro che non ho (ancora) letto: Satantango di Lázló Krasznahorkai.
Satantango fa parte di uno dei progetti di art writing che ho nel cassetto e nella testa da tempo immemore. Ho amato il film di Bela Tarr, e bramo di sapere quali siano le parole che hanno ispirato una tale visione. Lo guardo con timore reverenziale, ogni volta mi stupisco del fatto che non sia di una lunghezza inaffrontabile, ma non arrivo neanche a togliergli la fascetta che ne annuncia la candidatura al Premio Strega Europeo 2017. È lì, che mi ricorda di una delle tante cose lasciate in potenza, per non essere sprecate dal nulla che potrebbe accoglierle.
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Una cosa da vedere
Fabio De Luca è una delle persone migliori e più talentuose che conosca. Nonostante la sua vita sia conosciuta principalmente per le sue selezioni musicali, è anche un ottimo scrittore e un osservatore capace di raccontare luoghi e storie per immagini.
Ieri mattina, nel suo tumblr Weekendance, ha offerto nove vedute fotografiche scattate in una passeggiata a Milano tra Famagosta e Chiesa Rossa, ispirate da un articolo scritto da Ivan Carozzi per il Tascabile su un capolavoro di architettura brutalista in Barona.
Le foto di Fabio raccontano del luogo in cui ho vissuto fino a un anno e mezzo fa, e catturano uno dei primi posti visti da g. dopo la sua nascita in lockdown: quel golem quasi sovietico in cui è collocato il centro vaccinale di via Boifava, in tutta la sua mastodontica incombenza e incuria. Heimat all’ennesima potenza.
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Vi lascio con un lampante esempio di (ab)uso personale di pubblico servizio, per raccontarvi cosa mi ha tenuto compagnia durante la fine dell’autunno. Uscirà per Centauria ufficialmente il 10 febbraio, anche se negli store online è già disponibile. È la monografia illustrata dedicata a un gruppo che ho conosciuto agli albori della carriera e che adesso è in cartellone a Coachella. L’idea è di Balthazar Pagani – Beside Books, i disegni di Sara Rotlich, e i testi miei. Si intitola Måneskin. Il rock siamo noi.
Your mountain is waiting.
So… get on your way!
Dr Seuss grande autore! Qui consigliamo anche "Prosciutto e uova verdi", ideale per chi non ne vuol sapere di mangiare, e "Il gatto col cappello".