Non sono capace di usare bene gli inizi. Di solito, sono troppo in ansia perché tutto funzioni e fili liscio per godermi i momenti nuovi, di rinascita e di ripresa.
Non sono capace di fare liste, di nessun genere, neanche quelle della spesa. Non faccio classifiche di fine anno di dischi, libri e film, perché tutto ciò che consumo nella mia mente perde consistenza per mischiarsi con tutto il resto, lasciando il proprio segno indelebile e unico in un modo diverso da quello della catalogazione.
Però passo la mia vita a cercare template e spazi organizzati da riempire con il mio chaos, sperando che questo prenda forma dentro le righe dritte di una tabella da compilare. Mi ci metto d’impegno, ma è un proposito che sfuma in un tempo impercettibile.
Ogni tanto penso che tutta questa impermanenza sia solo una scusa per non dovermi fermare a pensare, per non andare in profondità , per non dare spazio alle cose che mi fanno paura – perché anche mettere insieme una classifica di fine anno può fare paura.
Però mi piace rispondere alle domande. Amo quegli stupidi sticker per i Q&A su Instagram, ricevere domande mi fa sentire legittimata a rispondere e, quindi, ad avere una voce, a farmi vedere.
Il mio unico proposito per il 2023 è di ritrovare forza in questa voce che ormai parla solo se interrogata, che arrivi alle dita per battere sempre di più sulla tastiera, che non si lasci silenziare dal rumore degli altri intorno.
Di farmi sentire più spesso, anche qui.
Buon anno nuovo.