Guardo il cursore lampeggiare sullo sfondo bianco. Tutto ciò a cui riesco a pensare è dove vorrei essere, cosa vorrei fare, dove vorrei arrivare. Non basta mai. C’è sempre qualcuno o qualcosa più in là, più avanti, più lontano, apparentemente irraggiungibile, cieco davanti alla mia trasparenza. Gli obiettivi si spostano, le asticelle si alzano e a te sembra di rimanere immobile. Niente dà i risultati che speravi, che ti aspettavi, in cui credevi. Ferma, con propulsori scarichi e il carburante quasi finito, mentre intorno a te i decolli sono grandiosi e potenti.
Eppure…
No. Non c’è nessun eppure. C’è la natura confusa fuori dalla finestra, in cui le foglie ramate si staccano dai rami andando a posarsi su rose appena sbocciate. Ci sono i chilometri in macchina da percorrere ogni giorno cercando di cogliere tra i guardarail e le rotonde, spicchi di vette che si specchiano sull’acqua, neve all’orizzonte – il tempo dilatato che non fa altro che accelerare. Nonostante le Alpi vicine il freddo è ormai solo un ricordo, che la mia mente ha deciso di cancellare, mentre si crogiola in temperature primaverili: un sogno – un incubo.
La luce. Lo spirito e l’intelletto esausti. Precipitare mentre gli altri riescono a sfruttare ogni corrente ascensionale. Il cervello che non si placa. Stordirsi con ore e ore di storie su uno schermo per illudersi di essere altrove, un’altra vita, un’altra realtà che non esiste. Nei libri, nelle canzoni, nelle persone.
Chiunque, ma non tu.
RASSEGNA STAMPA
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Sono andata al Guggenheim di Bilbao per scoprire un'artista da cui partire per riscrivere il canone dell'arte contemporanea.Pagine | Matteo Grilli
Ho conosciuto Matteo Grilli una sera di tanti anni fa, lui era appena arrivato a Milano e io avevo appena stravolto la mia vita. Abbiamo condiviso delle pizze orrende dopo presentazioni di libri improbabili. Poi, lui i libri ha cominciato a scriverli, e molto bene. Sono stata molto felice di ospitarlo a Radio Raheem per farmi raccontare del suo secondo romanzo (Muori romantica, pubblicato da Effequ) e ascoltare insieme i My Chemical Romance.
NON CI VEDIAMO LÌ
Stasera suona a Milano uno dei musicisti che più hanno avuto spazio nella mia vita, Will Sheff. Quando ho scoperto gli Okkervil River, il caos disperato di quella voce mi ha dato un appiglio, mi sembrava raccontasse di me, anche se lontana nel tempo (anagrafico) e nello spazio. Poi, la distanza temporale si è assottigliata, e a ogni disco il parole e la musica hanno continuato a risuonare sempre più forte.
Will Sheff è stato il primo musicista che ho intervistato quando ho deciso di fare questo mestiere, seduti su un divano di pelle rossa nel backstage di un umidissimo festival musicale francese.
L’ho visto suonare ovunque, gli ho lasciato trafiggere con le sue lame la mia pelle.
Ma stasera non ci sarò. E le ferite hanno ricominciato a sanguinare.
DAL COMODINO
Laura Sauchelli è una designer e fotografa che negli anni ha raccolto scatti e oggetti di uso comune durante i suoi viaggi negli Stati Uniti, soprattutto a New York. Ora, ne ha selezionati tredici, e chiesto ad altrettant* autor* di raccontarli. Il risultato è un oggetto–libro autoprodotto che produce meraviglia solo a sfogliarne le pagine (con una rilegatura svizzera pazzesca), e che nei suoi testi fa trascendere l’oggetto trasformandolo in esperienza personale. Insomma, un compendio di cose per cui impazzisco. Poi, per puro caso, uno degli autori è G.
Si intitola American Objects, e tutte le info sono sul sito.
DALLA GALLERY
Mentre giravo tra gli scaffali di un negozio a poco prezzo, ho ritrovato un altro pezzo del mio cuore berlinese.
Alla prossima.