Lo scorso venerdì è andata in onda la mia ultima puntata di Yours Truly. Un programma quotidiano è impegnativo per chi lo fa e per chi lo ospita, e abbiamo deciso di prendere una pausa a tempo indeterminato, dopo un anno e mezzo in onda tutte le mattine. Da quando ho saputo che sarebbe stata l’ultima diretta, qualche giorno prima di andare in onda, ho cominciato a chiedermi con quale canzone finire. È un po’ una di quelle domande da un milione di dollari, come il libro sull’isola deserta o l’ultimo pasto prima di una condanna a morte: una ci pensa, sa che potrebbe avere una risposta, ma è anche abbastanza consapevole del fatto che, molto probabilmente, non si troverà mai nella sua vita davanti alla necessità di compiere quella scelta.
Invece, per me, quel momento è arrivato. Ho compilato una tracklist con dentro tutto quello che mi sento di essere: i Beach Boys, Dolly Parton, Carole King, i Beatles e Angel Olsen. Tutto relativamente semplice, fino al momento di aggiungere quell’ultimo pezzo finale. In realtà sapevo benissimo quale avrei voluto che fosse. Ma come ogni certezza che si rispetti, è stata inghiottita da centinaia di dubbi: era abbastanza significativa? Abbastanza cool? Abbastanza inclusiva?
Ma alla fine, io come vorrei essere ricordata? E questa cosa la so: con quelle parole, su quegli archi, scritte da quella persona, che ho iniziato ad ascoltare quando aveva esattamente il doppio della mia età, e che negli ultimi trent’anni è cresciuta proprio come son cresciuta io. E che nel 1995 mi ha insegnato che “When the days they seem to fall through you/ Well, just let them go”.
RASSEGNA STAMPA
Ondarock | Blur The ballad of darren
Recensire i dischi dei Blur insieme a Fabio Guastalla ormai è una tradizione, ed eccoci qua, anche stavolta, felici e increduli, su OndaRock, da cui mancavo credo dai tempi di The Magic Whip.Pezzettini d’autore | Buongiorno Matthieu Maudet!
Lo dico: mentre scrivevo questa puntata di Pezzettini d’autore mi sono molto innamorata di Matthieu Maudet, delle sue matite e del suo senso dell’umorismo. Se non avete mai letto Palomino o Un mammut nel frigorifero, rimediate al più presto!
AMARCORD
Nel 2019, io e G. abbiamo deciso di lanciarci in un progetto kamikaze: un podcast in cui raccontare quattro estati in cui un fatto legato alla musica ha creato l’occasione per un cambiamento culturale radicale. Abbiamo fatto tutto da soli, con l’aiuto del podcastmaster Matteo Scandolin, e poi Storielibere ha deciso di ospitarci sulla sua piattaforma. La prima puntata è uscita esattamente quattro anni fa: eravamo giovani e intraprendenti, e ora dell’ultima registrazione, nella mia pancia era arrivato g.
QUALCOSA DA ASCOLTARE
Era già bastato sentire quella voce nei backing vocals della prima traccia, ma quando uando ho sentito le parole “What this breakup has done to me/ I have lost the feeling that I thought I'd never lose” sono caduta dalla sedia: un breakup album era l’ultima cosa che mi sarei aspettata dai Blur nel 2023. Invece, come sempre succede, il dolore di una relazione che si spezza ha fatto tornare il miglior Damon Albarn che ci si potesse augurare. Un disco estremamente Albarn, in cui Coxon offre all’amico di sempre la sua spalla, emotiva e musicale, per un album che fa esplodere il cuore.
Non ero a Lucca e non ero Wembley. Pensavo non avessero più niente da dire. Che scema.
QUALCOSA DA LEGGERE
Avevo scelto i libri da portare via prima di scoprire che tutti i nostri piani sarebbero saltati all’ultimo momento. Quella sera ho trovato sul fondo del mio comodino un libro che era rimasto lì, nonostante mi avesse incuriosito dal primo momento.
Nelle due sere in cui ho divorato le sue pagine mi ha spazzata via, per la sua struttura, la crudezza sincera di alcune azioni, la naturalezza delle sue storie. Ve lo consiglio. È Madama Matrioska di Anja Boato, Accento edizioni.
Questa newsletter non andrà in vacanza. Portatela voi in giro per mari e montagne.
Alla prossima.