Sunday Special • Marquee Moon
Ho sentito parlare per la prima volta di Marquee Moon, dei Television, e di Tom Verlaine più di venticinque anni fa. Ero al liceo, e comprare i dischi era ancora un rito che si compiva di persona, il sabato pomeriggio, pescando da una lista di album sempre troppo lunga e compilata con grandissima attenzione un ordine di urgenza, dopo aver risparmiato con pazienza innumerevoli paghette settimanali. Marquee Moon era lì, sempre troppo in basso, incastrato tra i titoli decifrati dai versi lasciati in eredità da quelli di quarta e quinta sui banchi e sulle pareti, e quelli estrapolati dalle interviste alle band BritPop su Tutto Musica e spettacolo. Il suo momento non è mai arrivato.
Marquee Moon è sempre stato lì, tra i dischi da scaricare la prossima volta quando è arrivato il peer to peer ad affaticare i modem, e poi quelli salvati su tutte le piattaforme di streaming per quando ci sarebbe stata un’ora libera dalle nuove uscite e dagli ascolti per lavoro.
Marquee Moon è la mia balena bianca.
Ci sono cose che illuminano la nostra vita per assenza, punti di riferimento sicuri nelle terre ancora inesplorate della nostra esistenza. Umberto Eco parlava dell’importanza di possedere sempre nella propria biblioteca libri non letti, per lasciarsi aperte possibilità del sapere ancora non incontrate, contro la finitezza limitante di uno scibile di cui ci si è già appropriati interamente: la stessa cosa vale per i dischi. Marquee Moon fa parte della mia esperienza tanto quanto i titoli che ho consumato e di cui ogni solco. Ho perfettamente presente l’impatto che ha avuto sulla musica e come tanto di quello che ascolto e ho ascoltato nella mia vita non sarebbe esistito senza quelle 8 tracce di quasi quarantasei anni fa.
Tom Verlaine è morto ieri sera a 73 anni. A lui devo dire grazie, per aver cambiato la mia vita, in silenzio.